Manovra 2025: flat tax estesa per i Forfettari, rinvio riforma secondo scaglione IRPEF e IRES premiale alle imprese

10 Dicembre 2024, di Barbara Weisz

Entra nel vivo il dibattito parlamentare sulla Manovra 2025, con l’approvazione degli emendamenti ed un vertice di maggioranza che ha stabilito le priorità di Governo: niente riduzione del secondo scaglione IRPEF mentre spunta il potenziamento del Regime Forfettario, ammettendo la cumulabilità dei ricavi da lavoro autonomo con i redditi da lavoro dipendente fino a 35mila euro invece degli attuali 30mila.

Fra le altre novità c’è anche l’IRES premiale per le imprese che assumono o investono in macchinari, la detassazione degli straordinari di medici e infermieri e lo sblocco del turnover nella Pubblica Amministrazione per il comparto Sicurezza e per gli Enti Locali.

Vediamo tutto.

Flat tax: cumulo redditi da lavoro dipendente fino a 35mila €

Partiamo da uno dei capitoli più caldi di questa Manovra 2025, ovvero le misure sull’IRPEF. Non sembra ci siano risorse sufficienti per approvare fin da subito il taglio dell’aliquota del secondo scaglione, estendendo la platea dei beneficiari e abbassando l’imposta dal 35% al 33%.

Si apre invece alla possibilità di intervenire sulla flat tax: il regime agevolato dei contribuenti forfettari consente alle Partite IVA di pagare una tassa piatta (del 15%) sui ricavi o compensi se restano entro la soglia degli 85mila euro annui, ma dal 2025 si amplia la possibilità di cumulo con i redditi da lavoro dipendente.

Se questa modifica sarà approvata con la nuova Legge di Bilancio, dal 2025 potranno applicare la flat tax anche le Partite IVA che hanno anche un reddito da lavoro dipendente  o da pensione fino a 35mila euro, mentre oggi la soglia massima è pari a 30mila euro.

Rimandato il taglio del secondo scaglione IRPEF

Il taglio IRPEF sul secondo scaglione non rientra in Manovra 2025, anche se pare soltanto rinviato. Non si esclude che venga approvato nei primi mesi del nuovo, con un provvedimento apposito, anche se molto dipenderà dalle risorse a disposizione.

Nelle intenzioni di Governo ci sarebbe un’estensione della platea ai redditi fino a 60mila euro ed una riduzione dell’aliquota d’imposta al 33%.

E’ una misura che però richiede coperture almeno 2,5 miliardi di euro, che l’Esecutivo sperava di raccogliere con il Concordato Preventivo Biennale. Dopo il 12 dicembre, quando si chiuderà la nuova finestra di adesione, ci saranno su questo dati più certi.

Sconto IRES per imprese che investono e assumono

Per le imprese, in Manivra 2025 entra la riduzione IRES a fronte di nuove assunzioni oppure investimenti in macchinari. E’ una misura chiesta da diverse associazioni imprenditoriali, fra cui Confindustria e Confcommercio.

In base alle anticipazioni, si pensa a uno sconto del 4%. Quindi, le imprese che reinvestono gli utili in azienda facendo determinate tipologie di investimenti mirati, pagherebbero l’imposta sui redditi delle società del 20% rispetto al 24% ordinario.

Altre misure che entrano in Legge di Bilancio

Fra le altre misure previste d emendamenti che sembrano destinate a passare, segnaliamo la tassazione agevolata al 5% sugli straordinari di medici e infermieri, lo stop al blocco del turn-over in alcuni settori della PA, ovvero Sicurezza ed Enti Locali e il rifinanziamento del Fondo Automotive (a cui invece la Manovra approvata dal Governo ha limitato le coperture).

Si discute ancora sui controlli più stringenti da parte del Ministero delle Finanze sulle società che ricevono fondi pubblici: magari non attraverso la nomina di un membro del collegio sindacale ma con nuovi obblighi di rendicontazione. Infine, non si esclude l’approvazione degli emendamenti sul silenzio assenso per la destinazione del TFR ai fondi pensione.

Approvazione Manovra: il calendario

Il testo della Legge di Bilancio 2025 è attualmente in commissione alla Camera; l’obiettivo è portarlo in Aula intorno al 19 dicembre, per poi concludere con un breve passaggio in Senato.

Si ripropone quella che negli ultimi anni sembra diventata la regola, ovvero la discussione della Manovra economica in uno solo dei due rami del Parlamento, con passaggi successivi solo formali, eventualmente blindati da voto di fiducia.

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