Manovra 2026: l’impatto fiscale per le imprese tra aumento IRES, IVA e nuove entrate strutturali

27 Ottobre 2025, di Anna Fabi – PMI.it

Nel triennio 2026–2028 la Legge di Bilancio delinea un riequilibrio d’imposta che alleggerisce il peso delle imposte sui redditi delle famiglie ma incrementa la pressione fiscale sulle imprese.

Si tratta di un’operazione che sposta dunque il baricentro della fiscalità italiana dal reddito al consumo e dai lavoratori soggetti IRPEF verso i comparti produttivi e i soggetti IVA e IRES. Vediamo in dettaglio.

Manovra 2026: impatto fiscale sulle imprese

Il Documento Programmatico di Bilancio (DPB) prevede una riduzione di 10 miliardi di euro delle imposte dirette sulle persone fisiche, controbilanciata da 6 miliardi di maggiori entrate IRES, 1,6 miliardi di incremento IVA e 1,7 miliardi di accise aggiuntive sui carburanti.

IRES per banche e imprese: +6 miliardi

Il maggiore gettito IRES deriva da un doppio canale. Da un lato, le banche e gli istituti finanziari contribuiranno in modo più consistente, attraverso l’anticipo dei crediti per imposte differite e il rinvio di deduzioni e compensazioni. Dall’altro, le società di capitali saranno interessate dall’aumento della base imponibile, determinato dal cambio di regime sulla tassazione dei dividendi e dalla revisione delle agevolazioni sugli ammortamenti.

L’incremento dell’imposta sulle società sarà però graduale: +2,3 miliardi nel 2026, +3,1 miliardi nel 2027 e +614 milioni nel 2028 rispetto ai livelli tendenziali. L’effetto più marcato si concentrerà nel biennio iniziale, quando le imprese dovranno sostenere anche la riduzione temporanea degli incentivi agli investimenti 4.0, destinati ad essere sostituiti dal nuovo superammortamento per investimenti digitali e green.

Giro di vite sull’evasione IVA: + 1,6 miliardi

Il maggior gettito IVA stimato in misura pari a 1,6 miliardi non deriva da un aumento delle aliquote ma dal rafforzamento delle regole antievasione. L’incrocio in tempo reale dei dati derivanti da fatturazione elettronica, scontrini telematici e liquidazioni periodiche (Lipe) consentirà all’Amministrazione finanziaria (almeno negli obiettivi previsti) di anticipare i controlli e ridurre le compensazioni indebite. È il primo effetto concreto del progetto di compliance preventiva connesso alla dichiarazione precompilata IVA.

I tempi di accertamento potranno diventare quasi automatici per le operazioni ad alto rischio di frode delle grandi imprese ma potrà comportare un incremento degli obblighi gestionali e di compliance, soprattutto per le PMI.

Accise gasolio: +1,7 miliardi

Il capitolo energetico della Manovra 2026 introduce anche un riallineamento delle accise fra benzina e gasolio: la prima scenderà leggermente, mentre la seconda aumenterà. Il bilancio complessivo sarà positivo per l’Erario, con un maggior gettito di 1,7 miliardi nel triennio, dovuto anche alla più ampia diffusione dei motori diesel nel parco circolante. L’intervento, etichettato come misura “ambientale”, punta a orientare gradualmente i consumi verso carburanti a minore impatto climatico, pur generando un aggravio di costi per la logistica e il trasporto merci.

Monopoli: +1,5 miliardi

Nel triennio 2026–2028 le “entrate da vendita di generi di monopolio” (tabacchi e affini) aumenteranno di circa 1,5 miliardi di euro. Una misura che il Governo giustifica anche in chiave sanitaria, ma che avrà un effetto redistributivo regressivo, incidendo sui consumi a più bassa elasticità. Per le imprese della filiera, dai produttori ai distributori, l’aumento dei margini fiscali imporrà una revisione dei prezzi e delle politiche commerciali.

Tabella di sintesi

  • IRES: +6 miliardi nel triennio (2,3 mld nel 2026, 3,1 mld nel 2027, +614 mln nel 2028)
  • IVA: +1,6 miliardi grazie ai controlli digitali su fatture e scontrini
  • Accise carburanti: +1,7 miliardi per riallineamento benzina/gasolio
  • Monopoli e tabacchi: +1,5 miliardi di gettito
  • Saldo netto: +6 miliardi di prelievo aggiuntivo sulle imprese entro il 2028

Ammortamenti e crediti d’imposta: impatto contenuto

Accanto a questi dati sull’extra gettito, bisogna valutare anche l’impatto fiscale delle nuove agevolazioni fiscali per le imprese. Ebbene, la Manovra esclude dal perimetro del triennio gran parte dei benefici legati al ritorno degli ammortamenti (super e iper). Le misure torneranno operative in orizzonti pluriennali e con una pianificazione più prudente sul fronte del bilancio pubblico. Il risultato è un effetto neutro nel breve periodo ma positivo nel medio termine, con una redistribuzione dei vantaggi a favore delle imprese che investono in transizione digitale e green.

La limitata incidenza di incentivi nel triennio 2026–2028 rappresenta però un fattore critico per i flussi di cassa delle aziende industriali, soprattutto quelle ad alta intensità di capitale. Molte imprese dovranno bilanciare i maggiori oneri IRES con una pianificazione più accurata dei piani di ammortamento e delle spese in R&S.

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